GDS 8-3-2019

 

 

Luigi Ansaloni

 

Dopo anni di attesa, di rinvii e di problemi, tra un mese riprenderà il cantiere del raddoppio ferroviario tra Cefalù Ogliastrillo e Castelbuono, con dei lavori da 450 milioni di euro.  Dodici chilometri a “doppio binario” che velocizzeranno, e non di poco, il tempo di percorrenza dei treni da Palermo a Messina e viceversa. Un’opera importantissima, con una realizzazione che sembrava davvero in alto mare e che è stata sbloccata in una riunione ieri a Roma, dove hanno partecipato l’assessore regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità Marco Falcone e i vertici di Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo Ferrovie dello Stato), con in testa l’amministratore delegato Maurizio Gentile. “Abbiamo trovato un accordo e fra un mese ripartiranno i cantieri, un risultato eccellente, visto che l’opera si era praticamente arenata - ha detto Falcone -. Adesso possiamo andare avanti”. Il raddoppio ferroviario della Cefalù Ogliastrillo – Castelbuono, che si estende per più di 12 chilometri, fa parte della direttrice Palermo-Messina e ed è uno dei lotti del doppio binario che dovrebbe andare da Fiumetorto a Castelbuono e la cui progettazione ha un costo totale, fino ad ora, di circa 940 milioni di euro. L’ultima parte “attivata” del raddoppio era quella che andava da Campofelice di Roccella fino a Lascari, lunga sei chilometri. Era fine 2016, da allora nessuna novità sostanziale. Nel 2017 erano stati attivati altri lavori, sempre sulla Fiumetorto-Cefalù Ogliastrillo, poi il nulla. Fino alla notizia di oggi. L’intervento prevede il raddoppio in variante di tracciato: nella tratta in oggetto si prevede anche la realizzazione di tre gallerie. Non solo: l’intervento prevede anche la realizzazione della nuova stazione di Cefalù in sotterranea e interventi nella stazione già esistente di Castelbuono. I tempi? Non certo brevi. C’è chi parla di 2022, più probabilmente 2023. Più precisione ci sarà una volta partiti i lavori. Per i pendolari però ci sono altre novità, non solo il raddoppio. Due giorni fa in Regione si è svolta una riunione tra i comitati pendolari, i dirigenti del Dipartimento Trasporti, l'Assessore, le associazioni dei consumatori, Rete Ferroviaria Italiana e Trenitalia. Le novità riguardano il passante ferroviario, innanzitutto, con l’ufficialità che le fermate Lazio e Carini saranno riappaltate, mediante una gara che sarà bandita (quindi niente affidamento diretto), dopo l’addio della Sis. A proposito di Sis, c’è da decidere anche su cosa sarà di vicolo Bernava e sulla demolizione delle case, cosa che dovrebbe avvenire a marzo, ma ancora la data non è certa: se ne parlerà martedì, sempre a Roma, con la Regione che ha chiesto pieni poteri nella gestione per scongiurare altri ritardi. Si è discusso anche dell’attivazione della linea “diretta” tra Termini Imerese e l’aeroporto “Falcone-Borsellino” di Punta Raisi, ma qui pare sia una questione “chilometri/treno”.  Il nuovo contratto di servizio  prevede un aumento di produzione da 9,7 milioni di treni per chilometro a 10,8 milioni per chilometro a partire dal 2021. In questo momento, semplificando, tutti i “chilometri” sono occupati. Dunque, si dovrebbe modificare una parte di contratto, con costi maggiori, o si dovrebbe “tagliare” da altre parti. Difficile, in questo momento. “Finalmente abbiamo un assessore come Falcone che presenzia le riunioni sul trasporto ferroviario e la  gradita presenza del gestore della infrastruttura ferroviaria, ovvero Rfi - dice il presidente del comitato pendolari Ciufer Giacomo Fazio -.  Speravamo in una soluzione per l’attivazione del collegamento da Termini con Punta Raisi, cosi non è stato. Chiediamo uno sforzo ulteriore alla Regione, in modo da integrare i chilometri/treno per poter garantire un servizio efficace senza tagliare altri rami. Cosi come chiediamo che il passante venga completato a doppio binario ed inoltre si risolva definitivamente la questione anello ferroviario”. (lans)

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